STORIE DI VITE USATE

LA MOSTRA E’ PROROGATA FINO AL  6 NOVEMBRE

APERTURA SOLO ALLA DOMENICA

10.00   12.30  –   15.00   19.00

 


 

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In proiezione al Museo fino al 25 settembre il cortometraggio di MONDA RAQUEL WEBB vincitrice di 7 premi nazionali e 3 premi internazionali ai festival cinematografici.

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Guarda il trailer

MARTEDI 9 AGOSTO SAREMO SU RADIO RAI 3  

(clicca sul link)

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STORIE DI VITE USATE  la diversità in mostra

Dal 23 luglio una mostra per ripercorrere una pagina di storia  volutamente dimenticata.

Realizzata con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comune di Berceto e dell’Associazione Borghi Autentici, in collaborazione con Survival Italia e Collezione Radauer di Vienna, la mostra sarà inaugurata sabato 23 luglio alle ore 17.00, alla presenza di Francesca Casella, Presidente di Survival Italia, e di Viviano Domenici, scrittore e giornalista.

 

Interverranno all’inaugurazione:

Dr. VIVIANO DOMENICI         (Giornalista e autore del libro “Uomini nelle gabbie”)

Dr.ssa FRANCESCA CASELLA      (Direttrice di Survival International Italia)

Prof.ssa ENRICA ZOPPI                     (Assessore alla  Cultura del Comune di Berceto)

 

La mostra:

Un commerciante di Amburgo, Carl Hegenbeck, riforniva di animali selvaggi i giardini zoologici di mezza europa. Intorno al 1874 Ebbe l’idea di esporre anche alcuni indigeni dell’isola di Samoa presentandoli come  individui “puramente naturali”. Si rese presto posto conto di quanto potesse essere lucroso esporre uomini di etnie differenti da quella europea e inventò di fatto “gli zoo umani” che divennero presto una delle  maggiori attrazioni delle prime Esposizioni Universali.

Dalla metà dell’Ottocento fino agli anni ’30 del Novecento, gli zoo umani si diffusero in tutta Europa, venendo a costituire una sorta di rappresentazione del razzismo propagandato dalle teorie scientifiche dell’epoca.

Il fenomeno fu assecondato dal periodo coloniale che le nazioni stavano vivendo,  e mostrare le altre etnie provenienti dai territori occupati in questi termini non faceva altro che rafforzare l’idea della superiorità  dell’uomo bianco. Anche la scienza europea assunse verso gli altri gruppi etnici, in particolare quelli africani, l’atteggiamento di chi vuol trovare l’elemento strano o diversità biologiche tali da indurre a relegarli all’interno di una categoria assai lontana dalla “razza” bianca e, se possibile, anche dalla stessa umanità, intesa come protagonista della Storia e della civiltà.

Gli scienziati dell’epoca erano convinti che l’Antropologia e l’Etnologia avessero un ruolo fondamentale nel fissare in maniera precisa e chiara la gerarchia fra le razze.

Al Museo PierMaria Rossi ripercorreremo la vita di uomini e intere famiglie alle quale sono state tolte le radici, portandole lontano dai loro paesi considerandoli  “diversamente umani”  e addirittura in alcuni casi spacciati dal mondo scientifico come anelli mancanti tra l’uomo e la scimmia in una logica di darwinismo sociale.

Nonostante siano trascorsi molti anni dalle ultime grandi esposizioni etnologiche, la globalizzazione nel bene o nel male mette continuamente a confronto realtà e radici differenti, a volte con scambi culturali di grande respiro che portano ad una crescita individuale e ad una nuova consapevolezza collettiva, a volte con risultati disastrosi di intolleranza, fino ad arrivare al deprecabile fenomeno del razzismo.

In esposizione, materiali storici originali inerenti alle mostre etnologiche del secolo scorso, inseriti in un suggestivo percorso.

Una sala è dedicata alle immagini proposte da Survival International  Italia.

Durante la programmazione della mostra il Museo PierMaria Rossi ospiterà, inoltre, conferenze di antropologi, scrittori e sociologi, nonché proiezioni di film e documentari inerenti l’argomento.

 

CONFERENZA DEL PROF ABBATISTA GUIDO

30 luglio 2016   ore 17.00

LEGGI IL PDF

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CONFERENZA DEL PROF. DAVIDE PAPOTTI

VENERDI 12 AGOSTO ORE 17.00

“L’altrove in vetrina: esotismo ed immaginari geografici”

“Mettere in mostra” l’alterità di luoghi lontani è sempre stata un’impresa
ardua. L’essenza identitaria di un’area geografica è difficilmente
“esportabile” altrove. E’ ancora possibile vedere visualizzata questa
difficoltà nelle vetrine delle agenzie di viaggio, affollate di appetibili
icone di attrazione facilmente riconoscibili (una spiaggia candida con una
palma che si distende vero le azzurre acque, una montagna innevata, un bosco
verde, ecc.).

Per questo motivo l’incarnazione dell’essenza dell’ “altrove” in
un “altro”, in esemplari per campionatura di una umanità percepita e
rappresentata come “diversa”, è da secoli una diffusa strategia iconografica
della geografia. A partire dalle antropomorfizzazioni dei continenti nelle
copertine degli atlanti cinquecenteschi, la rappresentazione dell’ “altro” ha
accompagnato, se non proprio sostituito, la rappresentazione dell’ “altrove”,
con una strategia di messa in scena della “parte per il tutto” (l’abitante per
il territorio). L’intervento vorrebbe presentare alcuni esempi, tratti dalla
storia delle discipline geografiche, in cui la rappresentazione dell’esotismo
ha proposto incroci fra “l’altro” e l’ “altrove”.

 

CONFERENZA DI VIVIANO DOMENICI

16 AGOSTO 2016  ore 17.00

“A CENA COI CANNIBALI”

Il giornalista esploratore Viviano Domenici, caporedattore delle pagine “Scienza” del Corriere della Sera per diversi decenni,  ci invita ad un conversazione sulle sue esperienze nei diversi angoli del pianeta in un confronto mai scontato con l’Altro.

Quello che ci regalerà in questa giornata sarà lo stupore di fronte alla diversità e il rispetto per quelle etnie che tentano di sopravvivere al drammatico scontro con la devastante civiltà dei bianchi.

 

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